martedì 20 maggio 2008

PERCHE' E' GIUSTO CHE GLI ALTRI PARLINO DELL'ITALIA












Dopo il primo inconveniente internazionale, nato addirittura prima del nuovo governo, il secondo. Dopo Calderoli, Maroni. Dopo che la Libia ha criticato il fatto che un discriminatore come Calderoli diventi ministro, la Spagna critica la xenofobia e il razzismo del nuovo governo, espresso in maniera preoccupante con i raid nei campi rom. Non esiste. Non può andare avanti così. Daccordo c'è un forte problema sicurezza, uno dei prioritari che i cittadini hanno lamentato ultimamente, ma la gestione intrapresa subito dal nuovo governo puzza di pogrom.
Obietta una parte d'Italia: sono fatti nostri e la Spagna (come la Libia) non deve impicciarsi. Non sono per niente daccordo. E Basta qualche nome per spiegare la situazione: Cecenia, Palestina, Tibet, Birmania, Timor est e tanti altri. Sono posti dove stati potenti hanno agito a discapito di popolazioni scomode, per vari motivi. E per affrontare le questioni relative a ciascuno stato ci vorrebbero centinaia e centinaia di righe. Né oso paragonare la questione anti-rom con queste altre. Ma il razzismo è razzismo, sempre e dovunque. E' vero che una cosa è il Timor est, dove l'esercito indonesiano uccise 200 mila persone solo perché cristiane, e una cosa è sfollare i rom, ma quando una situazione pericolante sotto il profilo dei diritti fondamentali dell'uomo viene affidata completamente ad esponenti di un partito razzista e xenofobo (perdonatemi le ripetizioni ma sono assolutamente necessarie) come la Lega Nord il fatto è preoccupante, molto preoccupante. 
E a questo punto viva i paesi che ci criticano, e che le critiche siano aspre, perché forse noi italiani, da soli, non ci rendiamo conto di quello che patrociniamo. Questo perché l'allarme insicurezza è stato sparato in tv come se l'Italia andasse incontro a un incremento della criminalità, fatto assolutamante falso (e falsato sempre dalla solita disinformatija), e i cittadini hanno pensato che l'insicurezza fosse dovuta agli stranieri. Vedete, è facile creare razzismo. Spero che qualche straniero ci svegli dal torpore e ci faccia capire che il problema dell'insicurezza va trattato diversamente.

domenica 18 maggio 2008

I GIORNALI NON LI LEGGO PIU'

Fino a poco tempo fa' pensavo che qualche giornale serio in giro ci fosse ancora. E invece sto cambiando idea man mano che escono articoli raccapriccianti su quotidiani che giudicavo almeno leggibili. D'Avanzo attacca Travaglio su Repubblica, scrivendo falsità incredibili solo per infangare un collega per cui forse prova una grande invidia (tra l'altro Travaglio collabora tuttora con Repubblica). Polito attacca sia Travaglio sia Furio Colombo sul Riformista. E il Corriere della Sera sceglie di riportare prima le accuse di Gasparri&co. piuttosto che le dichiarazioni di Travaglio su Schifani, poi le accuse gratuite di D'Avanzo. 
Una volta la stampa di sinistra, o quella moderata che comunque era lontana dalla destra, poteva criticare Il Foglio, Libero e Il Giornale per le loro campagne pro-Berlusconi. Ora Panebianco, Mieli, Ezio Mauro e D'Avanzo hanno capito che gli conviene portare avanti una campagna a favore del dialogo, perché da Veltrusconi ci possono ricavare qualcosa pure loro. E pensare che nel 2006 Paolo Mieli, appena divenuto direttore del Corriere, scrisse un editoriale in cui si schierava chiaramente contro Berlusconi, senza lasciare spazio ad alcun tipo di dialogo. E la Repubblica è il giornale che da dieci anni fa dell'antiberlusconismo il suo punto di forza. Non conviene più a nessuno mettersi contro il potere, o, come ha detto Di Pietro nel suo ultimo discorso alla Camera, "contro il manovratore". E chi lo fa, pur nel giusto, va perseguito.

Ma Travaglio parlerà sempre, se non in tv lo farà sulla rete. E grazie all'idea di Beppe Grillo sarà ogni lunedì in diretta su questo blog alle 14

domenica 11 maggio 2008

EDITTO BULGARO 2:FASE DI REALIZZAZIONE


Oggi mi viene da dire solo una cosa: vergogna! Vergogna a tutti quelli che si scagliano contro Travaglio. Ma me l'aspettavo. Ho aperto questo blog con un articolo che prevedeva proprio ciò che sta succedendo, e cioè che il nuovo governo, insieme con i consenzienti del PD, avrebbe epurato Marco Travaglio e Michele Santoro. Oggi la prova che, purtroppo, non sbagliavo: Ogni tg e quotidiano era tappezzato di dichiarazioni più che contrarie all'intervista rilasciata ieri da Marco Travaglio a che tempo che fa, il programma di rai3 presentato da Fabio Fazio, in cui il giornalista torinese presentava il suo nuovo libro Se li conosci li eviti, scritto con Peter Gomez e edito da Chiarelettere. Quali pesanti dichiarazioni avrà mai rilasciato? Cerchiamo di riassumere come è andata la serata.
Il libro di Travaglio parla di tutti quei politici dalla condotta pessima presenti in parlamento nella precedente legislatura. All'inizio si discute della possibilità che i politici, anche se condannati, facciano bene il loro mestiere. Travaglio la smentisce categoricamente. Poi nomina Ciarrapico: in campagna elettorale la sinistra avrebbe dovuto crticarlo più per le sue 5 condanne che per il suo essere fascista, poiché questo è sicuramente il suo lato migliore. Fazio inizia a sudare e chiede a Travaglio di non nominare persone assenti. Poi si passa all'argomento informazione. Travaglio lamenta la mancanza quasi totale di critiche dei giornaisti quando Schifani è stato eletto Presidente del Senato. Nomina alcuni suoi illustri predecessori e si chiede chi potrà mai venire dopo Schifani, data la parabola discendente. Ipotizza: la muffa. Fazio cerca di bloccarlo. Travaglio si corregge: "hai ragione, dalla muffa nasce la penicillina, il paragone non va bene". Ma come al solito le accuse di Travaglio non sono campate in aria: cita le conoscenze di mafiosi siciliani del presidente Schifani, e il libro, scritto da Lirio Abbate, che le ha rese note. Fazio, accigliato come non mai, si dissocia. 
A questo punto il primo VERGOGNA lo dico proprio a Fabio Fazio, uno degli epurati da Berlusconi nel 2001, ma uno che ha imparato la lezione: da allora promise di non mettersi più contro il potere e ha mantenuto la promessa; forse è andato a lezione di ruffianesimo da Bruno Vespa. Stasera ha aperto la puntata domenicale di che tempo che fa con una nota ufficiale del programma, che chiedeva scusa a Schifani. Bravo Fazio, ti sei anche tu omologato alla marmaglia di lecchini della Rai.
IL secondo VERGOGNA va a tutti i politici (e non) che hanno criticato e criticheranno Travaglio, perché non sembrano altro che un gregge di pecore che canta all'unisono: "Mancava il contraddittorio!". Non c'è risposta migliore di quella di Di Pietro: "L'accusa di mancato contraddittorio non ha senso. Vorrebbe dire che ogni qualvolta si scrive di una rapina, si dovrebbe ascoltare anche il rapinatore". Quindi VERGOGNA a Gasparri, Cicchitto e Matteoli, insieme al direttore Rai Cappon e a quello di Rai3 Ruffini, un altro che ha rischiato di essere epurato e un altro che ha capito la lezione.
Ma un VERGOGNA speciale spetta di diritto alla capa dei consenzienti, Anna Finocchiaro, portavoce dei senatori del PD. Il fatto che lei si sia unita ai politic del Pdl è, se possibile, ancora più grave. Anche questo ce l'aspettavamo (avevo criticato la scelta della Finocchiaro a portavoce al senato in un precedente articolo), ma testimonia ancor di più quant'è grave la situazione, perché Berlusconi è pieno di adempti anche nel PD. 
Per fortuna qualcuno si dissocia dai suoi vergognosi colleghi, anche se a farlo sono pochi: oltre a Di Pietro, Mario Adinolfi (PD, strano...) e Beppe Giulietti (Idv e presidente di Aritcolo 21). A loro un piccolo applauso, per quel che può valere, e un invito a continuare a combattere, anche se in schiacciante minoranza.
Se ho dimenticato qualche VERGOGNA chiedo scusa, ma siete in troppi.
Estendo infine il VERGOGNA a tutti i politici, giornalisti e, in generale, a tutti quelli che lascieranno fare quando finirà di compiersi il secondo editto bulgaro. Anche se continuo a tifare per Travaglio, temo che fra poco non avrò più la possibilità di vederlo in televisione: a quel punto avrò la conferma assoluta che viviamo sotto una subdola ma vera dittatura.

mercoledì 7 maggio 2008

IO STO CON DARIO FO, E QUINDI CONTRO LA POLITICA OPPRESSIVA DI ISRAELE


Rischio antisemetismo. La solita vecchia storia. Ogni volta che qualcuno si mette contro Israele, viene classificato come antisemita. Poco importa se ad essere criticata è la politica, dell'oppressione e della ghettizzazione, di questo potente stato, e non la religione. L'antisemetismo, orribile fatto storico dello scorso secolo, non merita una tale strumentalizzazione. E Israele non può  pensare di rendersi immune da ogni critica col solo barricarsi dietro la storia. La verità è che sono gli altri paesi europei, insieme agli Stati Uniti, a permettere tutto ciò, consapevoli dell'importanza di mantenere buoni rapporti con Gerusalemme. 
Il colmo, poi, è che un ex missino come Fini condanni i fatti di Torino, definendoli antisemiti. E' vero che il neo presidente della camera da alcuni anni ha sposato la causa ebrea (da quando è andato a Gerusalemme a scusarsi con gli ebrei. Tra l'altro in quell'occasione ruppe con Storace) ma il passato non si scorda, e si capisce che Fini è andato contro i suoi valori solo per convenienza. E adesso continua ad osannare Israele. E non è il solo.
Dario Fo, premio nobel per la letteratura nel '97, doveva partecipare alla fiera del libro per presentare il suo nuovo libro. Ha rinunciato alla presentazione, ma parteciperà lo stesso ponendo, però, la questione palestinese. Per una volta un personaggio di rilievo si interessa a tale questione, senza relegarla ai centri sociali. 
E la sinistra dov'è? Nel Partito Democratico la massa di consenzienti non dirà una parola, e lo sappiamo, ma ci sarà qualche militante di un partito di sinistra, che pur non essendo rappresentato in parlamento, vuole dira la sua? Forse si, ma non ha la possibilità di farlo. 
Allora ci appigliamo tutti a Fo, sperando che riesca a smuovere qualcosa, anche se purtroppo è solo.

martedì 6 maggio 2008

QUANT'E' PERICOLOSO IL COMUNISMO!


Palazzo Grazioli, abitazione romana di Berlusconi. Tra un incontro e l'altro, per decidere la formazione del nuovo governo, Berlusconi trova il tempo per incontrare una scolaresca pugliese in gita a Roma. 

Intanto complimenti vivissimi ai professori che hanno scelto questa meta, tra le più ambite per i bambini che visitano Roma! Il problema è quello che Berlusconi ha detto loro: sembra che gli abbia fatto prima una lezione di matematica (con quale titolo? E' laureato in legge!), poi una di anticomunismo. E non è un lapsus di Bonaiuti, portavoce del Cavaliere, è successo veramente. Ha detto ai bambini di stare attenti, perché il comunismo è sempre un grande pericolo. Avrà anche ripetuto la favoletta dei comunisti che mangiano i bambini? Non ci è dato saperlo, ma avrà pur dovuto utilizzare qualche escamotage originale per attirare l'attenzione degli scolari. Non so cosa possono aver capito, altrimenti. Immaginate di stare all'elementari: difficilmente qualcuno di voi sa cos'è il comunismo; un signore basso e con la faccia di plastica che vedete spesso in televisione, ma forse non sapete neanche bene che funzione ha, vi dice di stare attenti ai comunisti, e forse aggiunge anche che questi comunisti mangiano i bambini. Se siete ancora in età da credere alle favole, penserete di aver conosciuto il nome di un altro mostro che vi terrorizzerà alla sera; altrimenti penserete: "questo è grande e... (più o meno) grosso e ancora crede a Babbo Natale?!".
Ma su quest'episodio non c'è molto da ridere. Oggi è morto il ragazzo pestato da 5 skinheads a Verona. La città è in subbuglio perché preoccupata dai tanti movimenti di estrema destra della città (e la preoccupazione non è della solo Verona) è il premier dice che il comunismo è un pericolo? Fermo restando che tali dichiarazioni non si rilasciano certo ai bambini, ma quello che in questi giorni sarebbe oppurtono dire è che IL NEOFASCISMO E IL NEONAZISMO SONO PERICOLOSI, dato che è dai tempi delle Brigate Rosse che un'organizzazione di estrema sinistra non compie efferatezze del genere. Se poi aggiungiamo che quando a Fini è stato chiesta una dichiarazione sui fatti di Verona ha risposto che erano più pericolose le manifestazioni (senza morti né feriti) di filopanestinesi che protestavano a Torino contro la politica assassina di Israele , lo scenario è davvero tragico. 
Precisando che qualsiasi estremismo violento di gruppi di giovani, sia di destra che di sinistra è da condannare, noto che l'epoca del fascismo non è poi così lontana.

lunedì 5 maggio 2008

QUANTO CI MANCA BERLINGUER: ANCHE LA SINISTRA E' ORAMI LOGORA


"Ci congratuliamo con Schifani", "auguri a Fini, ottimo discorso inaugurale". 
Non se ne può più. Questo PD è già al capolinea, neanche ha cominciato. Le critiche pre-elettorali di Pdl e Unione di Centro, dobbiamo ammetterlo, erano più che sensate. Come si poteva esaltare la novità di un mega-partito che tra le sue fila ospita i furbetti di Unipol (D'alema e Fassino, non Dini, magra consolazione!), il vecchiume dei vari Bindy, Binetti, Castagnetti, Marini, Livia Turco, qualche condannato come Enzo Carra (condannato per false dichiarazioni in Tribunale quando fu interrogato nel '93 da Antonio Di Pietro. Adesso sono nella stessa coalizione). E non è possibile che i capogruppi al Senato e alla Camera rimangano rispettivamente la Finocchiaro e Soro. I capigruppo sono determinanti per ogni coalizione perché sono quei politici che ogni giorno riportano alla stampa e ai telegiornali le opinioni della propria coalizione. Non si può riconfermare una come la Finocchiaro che in Sicilia ha riportato una pesante sconfitta (15 punti percentuali in meno dei chi l'ha preceduta, Rita Borsellino) dimostrando tutta la sua incompetenza. E Soro non ha fatto di meglio da capogruppo alla Camera, dato che è uno dei politici meno conosciuti del PD, significherà poi qualcosa.
E oltre ai due capigruppo, a parlare sono sempre gli stessi. Eleggono Schifani? plauso di D'alema. Eleggono Fini? Plauso di... D'alema! quale confutazione è capace di fare? "Se Fini avesse citato la parola antifascismo, quando si è posto contro ogni totalitarismo, sarebbe stata cosa gradita", giusto, ma nient'altro?E il massimo che si può dire quando FINI viene eletto presidente del senato? E non sia mai obiettare a Schifani che lui è l'ultimo a poter parlare di antimafia, tema affrontato durante il suo discorso inaugurale. "Combatteremo la mafia" detto da uno che ha lavorato per anni fianco a fianco con boss mafiosi come Nino Mandalà, è stato più volte in mezzo a giunte comunali sciolte per infiltrazioni mafiose e ha insultato Rita Borsellino e Maria Falcone (colpevoli secondo lui di ABUSARE della fama dei cognomi dei loro mariti: COGNOMI DI PERSONE UCCISE DALLA MAFIA) fa quasi ridere. Uno così, il giorno delle sue elezioni a Presidente del Senato, andrebbe insultato, non applaudito. Il PD invece continua col suo fair-play, evitando di votare un suo senatore, come ogni opposizione fa, anche se a fondo perduto.
Inoltre annunciano che dialogheranno col governo per tutta la durata della legislatura, soprattutto nelle riforme costituzionali. RIFORME COSTITUZIONALI? La Costituzione è l'unica cosa che va bene in Italia, non bisogna toccarla quasi per niente. Basterebbe dimezzare i parlamentari e togliere un po' di cariche inutili, ma le basi della nostra costituzione devono restare così come sono: sarebbe un peccato mortale metterci mano, per di più con l'avvallo del PD.
Temo che, come nel quinquennio 2001-2006, non ci sarà opposizione, mancando stavolta anche la sinistra estrema. Non basteranno Di Pietro e Pancho Pardi, non sarebbe bastato neanche Nando Dalla Chiesa. L'Idv è ancora troppo marginale nella coalizione che chiamano "riformista", ma che io definirei più "consenziente". Col senno di poi, forse, Di Pietro ha sbagliato ad affiancarsi al PD. Presentandosi da solo, o magari con qualche radicale vero, avrebbero guadagnato molti più consensi, avrebbero potuto schierare liberamente Nando Dalla Chiesa (il figlio di Carlo Alberto, silurato dal PD perché non ruffiano come la "banda dei consenzienti") ed altre persone serie e competenti come lui e in questo modo la loro opposizione sarebbe stata decisa. Speriamo ci riesca lo stesso. 
Come nel Pdl a comandare non sono i politici onesti (e ce ne sono), lo stesso accade da quest'altra parte. Dominano quei politici che, con il buon Ser Ceppaloni, hanno fatto l'indulto, con l'unico fine di scarcerare Cesare Previti e altri condannati illustri. Non ci sono altri motivi, perché pochi mesi dopo l'indulto le carceri erano di nuovo piene, è ciò ne dimostra il totale fallimento. E domina, nel PD, chi ha voluto le leggi sulle intercettazioni per impedire, tra le altre cose, che le scandalose intercettazioni di D'alema e Fassino nell'ambito del caso Unipol fossero rese pubbliche. Si appellano alla privacy, ma non capiamo perché non dobbiamo sapere quello che combinano i parlamentari che abbiamo votato. L'Unione (fatta eccezione per quei pochi politici onesti che ne facevano parte e non ne hanno voluto sapere di votare una legge del genere, ma in quel caso non ci furono problemi di quorum perché votò a favore la Cdl) ha iniziato l'opera è, ora, il nuovo governo la perfezionerà, prendendo la palla al balzo. E scommetto che il PD la voterà. Più o meno quello che ha fatto nell'ultimo governo Berlusconi, con i ripetuti soccorsi rossi. Adesso non li possiamo chiamare rossi, chiamiamoli ancora consenzienti.
L'impressione è che questa specie di fair-play sarà il light motive del governo-ombra, che io chiamerei governo-copia. Quando il Pdl confermerà il diessino Petruccioli (amico di Berlusconi e emblema del consenso della sinistra) come presidente RAI e si rinizierà con le epurazioni (Santoro forse, Travaglio quasi sicuramente, e non solo loro due) il PD non batterà ciglio. D'altronde pochi parlarono quando furono cacciati Biagi, lo stesso Santoro, Luttazzi, la Guzzanti e Fazio, mentre molti dell'opposizione si unirono ai compagni della Cdl.
Ancora una volta le speranze di un'opposizione seria dovranno essere lasciate ai girotondi che, pur rappresentati autorevolissimamente in parlamento da Pancho Pardi, potranno ben poco. 
Tutto questi esempi, insieme al regalo romano concesso da Ciccio Rutelli e da Veltroni a Alemanno, dimostrano come, oggi, la sinistra riformista è solo un prolungamento della destra. Che se ci fossero più posti nelle camere si sposterebbero tutti di là. Perché, a questo punto, non aggiungere una l anche al partito di Veltroni, dato che l'ottimo progetto di Prodi per il nuovo parito è morto quando hanno deciso che l'unico capace di battere Berlusconi (per ben due volte) doveva prendersi tutte le colpe del fallimento del governo precedente, proprio lui che era tra i pochi a non averne?A questo punto dobbiamo ammettere che nel Pdl sono addirittura più onesti, figuriamoci...

domenica 4 maggio 2008

LA STAMPA ESTERA PARLA DI NOI: THE GUARDIAN A PROPOSITO DI BERLUSCONI

Traduco dall'articolo di Bill Emmott, editore del The Guardian ed ex editore de l'Economist, pubblicato il 16 Aprile 2008, quindi all'indomani delle ultime elezioni.

A VICTORY FOR THREATS, MEDIA MUSCLE AND PATRONAGE (Una vittoria per le minacce, la potenza mediatica e il potere)

Dobbiamo ammettere che quest'uomo ha talento. Il trionfo di Silvio Berlusconi nelle elezioni politiche italiane, con cui è diventato per la terza volta a primo ministro - a 71 anni e meno di due anni dopo che il suo fallimentare quinquennio al governo aveva lasciato l'Italia come il paese con la crescita minore d'Europa - è abbastanza rimarchevole. La vittoria testimonia la sua resistenza ma anche una campagna piena di battute e provocazioni. La sua vittoria dovrebbe, comunque, essere profondamente problematica per chiunque si preoccupi per la democrazia.
Oltre al suo indubbio appeal, Berlusconi ha dei potenti vantaggi. E' di gran lunga l'uomo più ricco d'Italia, dispone del monopolio pressoché assoluto della televisione commerciale, di un grande impero dell'editoria, e di molti altri interessi. Una tale dominazione dei mezzi di comunicazione da parte di un leader politico sarebbe considerata un'inaccettabile violazione della democrazia in ogni altro paese occidentale. Infatti, se l'Italia fosse adesso candidata a diventare membro dell'Unione Europea, questa concentrazione di potere sarebbe un ostacolo. Ma poiché è un paese fondatore nel 1957, nessun governo né la commissione europea osa sollevare questo problema.
Già da leader dell'opposizione, il controllo tutti i canali televisivi eccetto La7 e la cooperazione dell'emittente Sky Italia (politicamente di destra) ha aiutato enormemente Berlusconi. Da capo del governo questo vantaggio è addirittura superiore, dato che potrà continuare la tradizione tutta italiana delle interferenze politiche verso la RAI. Un'importante ragione per cui perse così di misura alle elezioni 2006, nonostante il suo governo fosse abbondantemente considerato un fallimento, è che lui controlla essenzialmente l'intero pacchetto di emissione televisiva delle notizie. Durante la campagna elettorale questi timori non potevano essere assenti dalla mente di ogni reporter e commentatore politico della RAI che vuole mantenere il suo lavoro.
Devo rivelare, a questo punto, che c'è stata una diatriba fra me e Berlusconi. Nel 2001, quando ero l'editore de l'Economist e un'altra tornata di elezioni politiche in Italia era imminente, conducemmo una lunga inchiesta sulle sue finanze e sulle sue molte pendenze con la giustizia. Come risultato di quest'inchiesta, e consapevoli del suo conflitto di interessi da proprietario di mezzi di comunicazione, sulla nostra copertina lo dichiarammo "non idoneo a governare l'Italia". Mezza Italia ci diffamò per questa copertina e l'altra metà ci beatificò. Berlusconi, comunque vittorioso, ci catalogò come "comunisti", facendo correttamente notare la mia somiglianza con Lenin, e ci presentò la prima di due querele, che ancora sono al vaglio dei tribunali italiani.
La notorietà che ne derivò fu quasi divertente. Ma dietro di questa ci sono dei seri problemi. I sostenitori di Berlusconi dicono che c'è grande competizione tra i media italiani, quindi il fatto che lui si proprietario di televisioni non è un problema. Certo che lo è, poiché la televisione è molto più potente della stampa, ma Berlusconi usa anche un misto di azioni legali, protezioni politiche e minacce volte ad intimidire i giornalisti italiani.
I suoi sostenitori sostengono, inoltre, che non sono mai state trovate prove di azioni illegali. 
Questo è vistosamente falso, essendo lui stato salvato dalle prescrizioni e dal modo in cui il suo governo, tra il 2001 e il 2006, accorciò proprio le prescrizioni e depenalizzò il falso in bilancio per cui era imputato. Dovremmo considerare Berlusconi solo uno che racconta frottole per quello che succede quando permetti a una persona di dominare i media e quando gli interessi personali e gli interessi di governo si intrecciano.
Ma cosa succederà adesso? Berlusconi ha riportato una vittoria più decisiva di quanto pensavano gli esperti, e governerà coalizzato con la Lega Nord, un partito contro l'immigrazione e che vuole maggiori diritti per le regioni, che è stato l'altro grande vincitore delle elezioni. E' previsto che il suo governo duri più del suo predecessore di centro-sinistra. 
La rappresentanza dei partiti è stata semplificata drasticamente grazie a queste elezioni, il ché è sicuramente una cosa positiva. Ma senza rappresentanza comunista o socialista
- per la prima volta dal 1946 - c'è il rischio che scoppi qualche attivismo fuori dal Parlamento in risposta al programma del governo .
L'Italia ha delle corti e un presidente che controlla che le leggi del governo siano costituzionali (la Corte Costituzionale, ndr) - anche se durante la campagna elettorale Berlusconi ha proposto minacciosamente che tutti i giudici e i magistrati conseguano dei test di sanità mentale. E' probabile che il suo governo sia corporatista piuttosto che liberalista, almeno da quello che si è visto durante la campagna elettorale in cui ha promesso di bloccare la vendita di Alitalia, vicina alla banca rotta, ad AIR France-KLM. Questo suo intervento e nuovi interessamenti dello stato lo porteranno in conflitto con la commissione europea; e un probabile aumento del deficit italiano - a causa del promesso taglio delle tasse e all'aumento delle spese - lo porterà in conflitto con gli altri stati membri.
In questo caso, la cosa importante e che si oppongano a lui. Né Gordon Brown né gli altri leader europei devono ripetere il disgraziato assenso a Berlusconi che fu esibito da Tony Blair, che fece come se queste linee di pensiero non avessero alcun riscontro. Dovranno minacciare il primo ministro italiano, con la diplomazia che si deve utilizzare per ogni capo di governo europeo, ma non devono passarci sopra. Sarebbe meglio che Brown passasse le sue vacanze in Dorset piuttosto che in Sardegna.


Stiamo inesorabilmente tornando lo zimbello dell'Europa. Per colpa di Berlusconi? Non solo, anche per colpa di chi l'ha votato...

sabato 26 aprile 2008

LE TANTE FACCE DELLA DISINFORMATIJA: PICCO DEL PETROLIO

La disinformazione in Italia ha tante facce: non si parla dei politici-criminali, non si parla di leggi vergognose che escono dal Parlamento, in generale un certo tipo di notizie conviene non darle. Sono le notizie scomode alla casta, dove per casta non intendo solo i politici (come nel libro di Stella e Rizzo) ma l'insieme di tutte le lobbies che decidono le sorti del nostro paese.

Oggi parlerò di una delle tante facce della disinformatija: la totale assenza di informazione riguardo il picco del petrolio. 
Il primo a parlare di picco del petrolio fu Marion King Hubbert, nel 1956. Il geofisico americano previde che le risorse petrolifere, carbonifere e di gas americane sarebbero arrivate al loro picco ad inizio anni '70. Per capire il concetto è necessario spiegare la teoria da cui Hubbert partì per studiare le risorse energetiche americane: osservando i dati riguardo l'estrazione del carbone dai giacimenti della Pennsylvania, Hubbert concluse che ogni giacimento fossile viene sfruttato al massimo solo inizialmente, quando cioè l'estrazione è più facile e quindi meno costosa. Man mano che diminuisce la disponibilità di un giacimento costerebbe troppo continuare ad estrarre, e quindi il giacimento viene abbandonato. Attraverso studi approfonditi non solo si può arrivare a definire il picco di un giacimento, ma addirittura si può dire con discreta precisione quando la disponibilità energetica mondiale arriverà al suo picco e quindi inizierà ad esaurirsi. Secondo gli studi dell'ASPO (Association for the Study of Peak Oil and gas) IL PICCO DEL PETROLIO MONDIALE NON SUPERERA' DI MOLTO LA META' DI QUESTO SECOLO. Gli studi sono completamente attendibili, documentati e provati. Ma nessuno lo sa. Se comprendiamo le altre fonti non rinnovabili (carbone e gas) ritardiamo il processo di qualche anno, senza arrivare a nessuna soluzione. 
Un altro problema che deriva dal picco del petrolio è l'aumento del costo della benzina. La disinformatija ci dice che questo è causato dalle guerre in medio-oriente e da altri problemi socio-politici. Niente di più falso. Estrarre il greggio alla bocca di giacimenti nei deserti arabi costa relativamente poco. Se dipendesse da questi giacimenti il petrolio costerebbe 20-30$ al barile. Se oggi invece costa più di 100$ al barile (ed è in costante aumento) è perché i giacimenti "facili" si stanno esaurendo e le compagnie petrolifere sono costrette ad estrarre in condizioni svantaggiose, che richiedono grandi spese. Ad esempio Eni, Shell e Total estraggono una cospicua parte di petrolio in Kashgan, una zona del Kazakistan. Il problema è che non solo i giacimenti sono molto in profondità, ma siccome sono sotto un lago ghiacciato quasi tutto l'anno si lavora a temperature non superiori a -35°C. Come il Kashgan esistono molte altre zone in cui l'estrazione del petrolio costa molto.
E' inutile continuare a discutere sul problema dell'aumento del petrolio e sulla necessità di abbassare i prezzi (altra, enorme, falsa informazione). Non c'è modo di farlo, a meno che non ci sia una recessione talmente forte che sì il prezzo della benzina calerebbe, ma non avremmo comunque i soldi per pagarla proprio a causa della recessione. Insomma il prezzo del petrolio è destinato a salire di anno in anno finché, tra molto meno di un secolo, si esaurirà completamente. 
Se non si inizia da oggi una campagna di ricerca e attuazione del rinnovabile non saremo pronti quando saremo obbligati a sfruttare unicamente le fonti rinnovabili.

PRECISAZIONE

Al v-day 2 hanno parlato molto della multa che gli italiani si troveranno a dover pagare prossimamente a causa di rete4 (come ho detto nel precedente articolo). La differenza è che secondo Grillo e collaboratori la somma sarebbe 300 mila euro al giorno, io sapevo 400 mila. La sostanza non cambia ma è giusto precisare.

giovedì 24 aprile 2008

UNA VOLTA C'ERA CHI SI APPELLAVA AGLI ITALIANI...

E' necessario battere col voto il così detto Polo delle Libertà. Destra e sinistra non c'entrano: è in gioco la democrazia. Berlusconi ha dichiarato di voler riformare la prima parte della Costituzione, che contiene i valori su cui si fonda la nostra società, e di volere altresì una legge che darebbe al Parlamento la facoltà di stabilire ogni anno la priorità dei reati da perseguire. Una tale legge subordinerebbe il potere giudiziario al potere politico, abbattendo così uno dei pilastri dello stato di diritto. Oltre a ciò Berlusconi, che è ancora indagato, in Italia e all'estero, per reati diversi, fra cui uno riguardante la mafia, insulta i giudici e cerca di delegittimarli in tutti i modi, un fatto che non ha riscontri al mondo. Ma siamo veramente un paese civile? Chi pensa ai propri affari economici e ai propri vantaggi fiscali governa malissimo: nei sette mesi del 1994 il governo Berlusconi dette una prova disastrosa. Gli innumerevoli conflitti di interesse creerebbero ostacoli tremendi a un suo governo sia in Italia, e ancora di più, in Europa. Le grandiose opere pubbliche promesse dal Polo dovrebbero essere finanziate almeno in parte col debito pubblico, ciò che ci condurrebbe fuori dall'Europa. A coloro che, delusi dal centrosinistra,pensano di non andare a votare, diciamo: chi si astiene vota Berlusconi. Una vittoria del Polo minerebbe le basi stesse della democrazia.

Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Alessandro Pizzorusso, Paolo Sylos Labini

In questo modo quattro degli ultimi intellettuali veri del nostro tempo si appellavano agli italiani, prima delle elezioni del 2001, sperando che capissero e che evitassero di lasciare l'Italia alla mercè di un politico dal passato così losco. Come predissero, Berlusconi minò la costituzione, che fu salvata solo dalla Corte Costituzionale che molte volte rimandò indietro leggi della cdl (soprattutto quelle dell'ingegner ministro Castelli, l'allora ministro della Giustizia) perché incostituzionali. Ma quella Corte non bastò: le "leggi vergogna", partorite con media record dallo schieramento dello psico-nano, bloccarono numerosissimi processi e criminali pericolosissimi rimasero immacolati. Tra questi molti mafiosi; alcuni di loro erano difesi da Carlo Taormina (ve lo ricordate? già legale di Anna Maria Franzoi nel delitto di Cogne) che nel quinquennio 2001-2006 fu parlamentare per Forza Italia, ricoprendo anche il ruolo di sottosegretario all'Interno fino a quando fu sospettato di aver fabbricato accuse false contro politici avversi (tra cui Prodi) nell'affare Telekom Serbia (che si rivelò un'invenzione di chi voleva screditare una certa parte politica). In quel Parlamento c'erano anche Cesare Previti, Gaetano Pecorella e Niccolò Ghedini: per il primo era in corso il processo Sme-Ariosto in cui era imputato anche Berlusconi (Previti sarà condannato, Berlusconi si salverà grazie a leggi fatte su misura per lui); i secondi due difendevano il premier in Tribunale ostacolando il corso dei processi, poiché inventavano scuse su scuse per rinviare le udienze (presenti in Senato quasi unicamente nei giorni in cui queste erano fissate). Ferruccio De Bortoli, da direttore del Corriere, li definì "onorevoli avvocaticchi" e fu querelato. Avvocaticchi o no furono fieri servitori del premier: lavorarono per lui insieme a tutta la coalizione per salvarlo dal carcere, e ci riuscirono. Gli intellettuali che firmarono quest'appello capirono perfettamente a cosa si andava incontro se Berlusconi fosse diventato Presidente del Consiglio, ma il loro sforzo fu vano.

Adesso non troviamo neanche più appelli di intellettuali. Berlusconi vince senza problemi perché ha la stragrande maggioranza dei mezzi di comunicazione dalla sua parte. Il conflitto di interessi dello psico-nano è spaventoso e per questo torneremo ad essere lo zimbello della stampa estera. Due anni fa rischiammo di finire fuori dall'Europa (anche in questo l'appello non sbagliava) e adesso il rischio aumenta. Perché nessun giornalista ha chiesto a Berlusconi, durante la campagna elettorale, come intende fare per evitare la multa di 400 mila euro al giorno (si proprio così, al giorno) che gli italiani dovranno pagare all'UE a partire dai prossimi mesi se il governo non risolverà la questione rete4 (che dovrebbe stare sul satellite e lasciare le frequenze a Europa7, a cui spettano di diritto da 15 anni)? Perché agli italiani non è stato detto di questo rischio prima delle elezioni?... 

...V2-DAY: PER UN'INFORMAZIONE LIBERA... 25 APRILE

domenica 20 aprile 2008

EDITTO BULGARO 2

461 a.C.: discorso di Pericle agli ateniesi:
Qui ad Atene, noi facciamo così. Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi, per questo è detto democrazia. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private. Ma in nessun caso si avvale di pubbliche cariche per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così. Ci è stato insegnato a rispettare i magistrati e ci è stato insegnato a rispettare le leggi, anche quelle non scritte la cui sanzione risiede soltanto nell'universo sentimento di ciò che è giusto e di buon senso. La nostra città è aperta ed è per questo che noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così.

2001-2006: è, tra le altre cose, il quinquennio delle epurazioni televisive e giornalistiche: Biagi, Santoro, Luttazzi, Sabina Guzzanti e Massimo Fini(che pure sarebbe destrorso...) non trovano più posto in tivù. Ferruccio de Bortoli è costretto a dimettersi dal Corriere e addirittura anche L'Unità licenzia il direttore Furio Colombo: chiunque si mette contro Berlusconi, chi parla del conflitto di interessi, delle leggi ad personam perde il lavoro. La dittatura mediatica la fa da padrone.

10 aprile 2008: Berlusconi ospite a omnibus, La7. 
Polito gli chiede: "mi promette che questa volta non farà licenziare nessun giornalista della Rai che la pensa in maniera sgradevole per lei come avvenne l’altra volta con l’editto bulgaro?"
E Berlusconi: "allora l’altra volta io non ho fatto licenziare in vita mia nessuno, e non ho fatto licenziare tanto meno qualcuno in Rai dove io non ho mai messo il naso, ho detto una battuta convinto che fosse una battuta diretta solo…","...io non volevo assolutamente che si arrivasse alla decisione poi è stato lo stesso Biagi che ha deciso per una lauta eh… eh… risposta alle sue esigenze di… che… ha preferito di lasciare, ma io ho insistito fino all’ultimo che Biagi restasse in Rai. Cosa avevo detto; avevo detto che certi giornalisti come Biagi e Santoro avevano fatto un uso criminoso della televisione; continuo a sostenerlo anche adesso, soprattutto violando le regole della comunicazione elettorale, qualche volta…con Santoro basta che la gente guardi ancora oggi quello che combina Santoro e che fa combinare a Travaglio nella sua trasmissione per capire che è qualcosa che in una moderna democrazia non si dovrebbe permettere perché che Travaglio possa accusare chiunque di tutto, e di più senza avere un contraddittorio…" allora stavolta toccherà a Travaglio? "è una cosa che non dovrebbe essere possibile in un servizio pubblico pagato coi soldi di tutti…","porto a confronto ciò che han fatto le reti che io ho fondato e da cui mi sono distaccato quattordici anni fa, non c’e’ nella storia di Mediaset una sola, non solo un solo ciclo di trasmissioni alla Santoro, ma una sola trasmissione, uno speciale che sia d’attacco alla sinistra o personaggi di interesse della sinistra"
"ma non sarò io, io non ho mai, nemmeno, nemmeno, non ho mai, con…io sono l’editore più liberale che sia mai comparso sulla scena editoriale italiana…"

14 aprile 2008: Berlusconi torna Presidente del Consiglio. Da oggi mi chiedo se Berlusconi riuscirà nuovamente ad ottemperare al suo piano di pulizia dei mass-media. Mi chiedo se mi ritroverò a non poter sentire in televisione Travaglio, che per me è il miglior giornalista in Italia. Mi chiedo se ancora una volta la gente farà fare. Mi chiedo se saremo di nuovo così stupidi  da lasciargli, senza controllo, le redini di uno stato e la libertà di sfasciarlo ulteriormente. Mi chiedo come è possibile che un politico possa erigere a eroe un mafioso condannato all'ergastolo per svariati omicidi come Mangano, eppure essere eletto Presidente del Consiglio. Mi chiedo se il "becero Berlusconismo" (come lo definiva Montanelli) farà ancora di peggio. Anzi non lo chiedo a me; lo chiedo a tutti quelli che l'hanno votato, con annesso i miei complimenti.