giovedì 24 aprile 2008

UNA VOLTA C'ERA CHI SI APPELLAVA AGLI ITALIANI...

E' necessario battere col voto il così detto Polo delle Libertà. Destra e sinistra non c'entrano: è in gioco la democrazia. Berlusconi ha dichiarato di voler riformare la prima parte della Costituzione, che contiene i valori su cui si fonda la nostra società, e di volere altresì una legge che darebbe al Parlamento la facoltà di stabilire ogni anno la priorità dei reati da perseguire. Una tale legge subordinerebbe il potere giudiziario al potere politico, abbattendo così uno dei pilastri dello stato di diritto. Oltre a ciò Berlusconi, che è ancora indagato, in Italia e all'estero, per reati diversi, fra cui uno riguardante la mafia, insulta i giudici e cerca di delegittimarli in tutti i modi, un fatto che non ha riscontri al mondo. Ma siamo veramente un paese civile? Chi pensa ai propri affari economici e ai propri vantaggi fiscali governa malissimo: nei sette mesi del 1994 il governo Berlusconi dette una prova disastrosa. Gli innumerevoli conflitti di interesse creerebbero ostacoli tremendi a un suo governo sia in Italia, e ancora di più, in Europa. Le grandiose opere pubbliche promesse dal Polo dovrebbero essere finanziate almeno in parte col debito pubblico, ciò che ci condurrebbe fuori dall'Europa. A coloro che, delusi dal centrosinistra,pensano di non andare a votare, diciamo: chi si astiene vota Berlusconi. Una vittoria del Polo minerebbe le basi stesse della democrazia.

Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Alessandro Pizzorusso, Paolo Sylos Labini

In questo modo quattro degli ultimi intellettuali veri del nostro tempo si appellavano agli italiani, prima delle elezioni del 2001, sperando che capissero e che evitassero di lasciare l'Italia alla mercè di un politico dal passato così losco. Come predissero, Berlusconi minò la costituzione, che fu salvata solo dalla Corte Costituzionale che molte volte rimandò indietro leggi della cdl (soprattutto quelle dell'ingegner ministro Castelli, l'allora ministro della Giustizia) perché incostituzionali. Ma quella Corte non bastò: le "leggi vergogna", partorite con media record dallo schieramento dello psico-nano, bloccarono numerosissimi processi e criminali pericolosissimi rimasero immacolati. Tra questi molti mafiosi; alcuni di loro erano difesi da Carlo Taormina (ve lo ricordate? già legale di Anna Maria Franzoi nel delitto di Cogne) che nel quinquennio 2001-2006 fu parlamentare per Forza Italia, ricoprendo anche il ruolo di sottosegretario all'Interno fino a quando fu sospettato di aver fabbricato accuse false contro politici avversi (tra cui Prodi) nell'affare Telekom Serbia (che si rivelò un'invenzione di chi voleva screditare una certa parte politica). In quel Parlamento c'erano anche Cesare Previti, Gaetano Pecorella e Niccolò Ghedini: per il primo era in corso il processo Sme-Ariosto in cui era imputato anche Berlusconi (Previti sarà condannato, Berlusconi si salverà grazie a leggi fatte su misura per lui); i secondi due difendevano il premier in Tribunale ostacolando il corso dei processi, poiché inventavano scuse su scuse per rinviare le udienze (presenti in Senato quasi unicamente nei giorni in cui queste erano fissate). Ferruccio De Bortoli, da direttore del Corriere, li definì "onorevoli avvocaticchi" e fu querelato. Avvocaticchi o no furono fieri servitori del premier: lavorarono per lui insieme a tutta la coalizione per salvarlo dal carcere, e ci riuscirono. Gli intellettuali che firmarono quest'appello capirono perfettamente a cosa si andava incontro se Berlusconi fosse diventato Presidente del Consiglio, ma il loro sforzo fu vano.

Adesso non troviamo neanche più appelli di intellettuali. Berlusconi vince senza problemi perché ha la stragrande maggioranza dei mezzi di comunicazione dalla sua parte. Il conflitto di interessi dello psico-nano è spaventoso e per questo torneremo ad essere lo zimbello della stampa estera. Due anni fa rischiammo di finire fuori dall'Europa (anche in questo l'appello non sbagliava) e adesso il rischio aumenta. Perché nessun giornalista ha chiesto a Berlusconi, durante la campagna elettorale, come intende fare per evitare la multa di 400 mila euro al giorno (si proprio così, al giorno) che gli italiani dovranno pagare all'UE a partire dai prossimi mesi se il governo non risolverà la questione rete4 (che dovrebbe stare sul satellite e lasciare le frequenze a Europa7, a cui spettano di diritto da 15 anni)? Perché agli italiani non è stato detto di questo rischio prima delle elezioni?... 

...V2-DAY: PER UN'INFORMAZIONE LIBERA... 25 APRILE

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