martedì 20 maggio 2008

PERCHE' E' GIUSTO CHE GLI ALTRI PARLINO DELL'ITALIA












Dopo il primo inconveniente internazionale, nato addirittura prima del nuovo governo, il secondo. Dopo Calderoli, Maroni. Dopo che la Libia ha criticato il fatto che un discriminatore come Calderoli diventi ministro, la Spagna critica la xenofobia e il razzismo del nuovo governo, espresso in maniera preoccupante con i raid nei campi rom. Non esiste. Non può andare avanti così. Daccordo c'è un forte problema sicurezza, uno dei prioritari che i cittadini hanno lamentato ultimamente, ma la gestione intrapresa subito dal nuovo governo puzza di pogrom.
Obietta una parte d'Italia: sono fatti nostri e la Spagna (come la Libia) non deve impicciarsi. Non sono per niente daccordo. E Basta qualche nome per spiegare la situazione: Cecenia, Palestina, Tibet, Birmania, Timor est e tanti altri. Sono posti dove stati potenti hanno agito a discapito di popolazioni scomode, per vari motivi. E per affrontare le questioni relative a ciascuno stato ci vorrebbero centinaia e centinaia di righe. Né oso paragonare la questione anti-rom con queste altre. Ma il razzismo è razzismo, sempre e dovunque. E' vero che una cosa è il Timor est, dove l'esercito indonesiano uccise 200 mila persone solo perché cristiane, e una cosa è sfollare i rom, ma quando una situazione pericolante sotto il profilo dei diritti fondamentali dell'uomo viene affidata completamente ad esponenti di un partito razzista e xenofobo (perdonatemi le ripetizioni ma sono assolutamente necessarie) come la Lega Nord il fatto è preoccupante, molto preoccupante. 
E a questo punto viva i paesi che ci criticano, e che le critiche siano aspre, perché forse noi italiani, da soli, non ci rendiamo conto di quello che patrociniamo. Questo perché l'allarme insicurezza è stato sparato in tv come se l'Italia andasse incontro a un incremento della criminalità, fatto assolutamante falso (e falsato sempre dalla solita disinformatija), e i cittadini hanno pensato che l'insicurezza fosse dovuta agli stranieri. Vedete, è facile creare razzismo. Spero che qualche straniero ci svegli dal torpore e ci faccia capire che il problema dell'insicurezza va trattato diversamente.

domenica 18 maggio 2008

I GIORNALI NON LI LEGGO PIU'

Fino a poco tempo fa' pensavo che qualche giornale serio in giro ci fosse ancora. E invece sto cambiando idea man mano che escono articoli raccapriccianti su quotidiani che giudicavo almeno leggibili. D'Avanzo attacca Travaglio su Repubblica, scrivendo falsità incredibili solo per infangare un collega per cui forse prova una grande invidia (tra l'altro Travaglio collabora tuttora con Repubblica). Polito attacca sia Travaglio sia Furio Colombo sul Riformista. E il Corriere della Sera sceglie di riportare prima le accuse di Gasparri&co. piuttosto che le dichiarazioni di Travaglio su Schifani, poi le accuse gratuite di D'Avanzo. 
Una volta la stampa di sinistra, o quella moderata che comunque era lontana dalla destra, poteva criticare Il Foglio, Libero e Il Giornale per le loro campagne pro-Berlusconi. Ora Panebianco, Mieli, Ezio Mauro e D'Avanzo hanno capito che gli conviene portare avanti una campagna a favore del dialogo, perché da Veltrusconi ci possono ricavare qualcosa pure loro. E pensare che nel 2006 Paolo Mieli, appena divenuto direttore del Corriere, scrisse un editoriale in cui si schierava chiaramente contro Berlusconi, senza lasciare spazio ad alcun tipo di dialogo. E la Repubblica è il giornale che da dieci anni fa dell'antiberlusconismo il suo punto di forza. Non conviene più a nessuno mettersi contro il potere, o, come ha detto Di Pietro nel suo ultimo discorso alla Camera, "contro il manovratore". E chi lo fa, pur nel giusto, va perseguito.

Ma Travaglio parlerà sempre, se non in tv lo farà sulla rete. E grazie all'idea di Beppe Grillo sarà ogni lunedì in diretta su questo blog alle 14

domenica 11 maggio 2008

EDITTO BULGARO 2:FASE DI REALIZZAZIONE


Oggi mi viene da dire solo una cosa: vergogna! Vergogna a tutti quelli che si scagliano contro Travaglio. Ma me l'aspettavo. Ho aperto questo blog con un articolo che prevedeva proprio ciò che sta succedendo, e cioè che il nuovo governo, insieme con i consenzienti del PD, avrebbe epurato Marco Travaglio e Michele Santoro. Oggi la prova che, purtroppo, non sbagliavo: Ogni tg e quotidiano era tappezzato di dichiarazioni più che contrarie all'intervista rilasciata ieri da Marco Travaglio a che tempo che fa, il programma di rai3 presentato da Fabio Fazio, in cui il giornalista torinese presentava il suo nuovo libro Se li conosci li eviti, scritto con Peter Gomez e edito da Chiarelettere. Quali pesanti dichiarazioni avrà mai rilasciato? Cerchiamo di riassumere come è andata la serata.
Il libro di Travaglio parla di tutti quei politici dalla condotta pessima presenti in parlamento nella precedente legislatura. All'inizio si discute della possibilità che i politici, anche se condannati, facciano bene il loro mestiere. Travaglio la smentisce categoricamente. Poi nomina Ciarrapico: in campagna elettorale la sinistra avrebbe dovuto crticarlo più per le sue 5 condanne che per il suo essere fascista, poiché questo è sicuramente il suo lato migliore. Fazio inizia a sudare e chiede a Travaglio di non nominare persone assenti. Poi si passa all'argomento informazione. Travaglio lamenta la mancanza quasi totale di critiche dei giornaisti quando Schifani è stato eletto Presidente del Senato. Nomina alcuni suoi illustri predecessori e si chiede chi potrà mai venire dopo Schifani, data la parabola discendente. Ipotizza: la muffa. Fazio cerca di bloccarlo. Travaglio si corregge: "hai ragione, dalla muffa nasce la penicillina, il paragone non va bene". Ma come al solito le accuse di Travaglio non sono campate in aria: cita le conoscenze di mafiosi siciliani del presidente Schifani, e il libro, scritto da Lirio Abbate, che le ha rese note. Fazio, accigliato come non mai, si dissocia. 
A questo punto il primo VERGOGNA lo dico proprio a Fabio Fazio, uno degli epurati da Berlusconi nel 2001, ma uno che ha imparato la lezione: da allora promise di non mettersi più contro il potere e ha mantenuto la promessa; forse è andato a lezione di ruffianesimo da Bruno Vespa. Stasera ha aperto la puntata domenicale di che tempo che fa con una nota ufficiale del programma, che chiedeva scusa a Schifani. Bravo Fazio, ti sei anche tu omologato alla marmaglia di lecchini della Rai.
IL secondo VERGOGNA va a tutti i politici (e non) che hanno criticato e criticheranno Travaglio, perché non sembrano altro che un gregge di pecore che canta all'unisono: "Mancava il contraddittorio!". Non c'è risposta migliore di quella di Di Pietro: "L'accusa di mancato contraddittorio non ha senso. Vorrebbe dire che ogni qualvolta si scrive di una rapina, si dovrebbe ascoltare anche il rapinatore". Quindi VERGOGNA a Gasparri, Cicchitto e Matteoli, insieme al direttore Rai Cappon e a quello di Rai3 Ruffini, un altro che ha rischiato di essere epurato e un altro che ha capito la lezione.
Ma un VERGOGNA speciale spetta di diritto alla capa dei consenzienti, Anna Finocchiaro, portavoce dei senatori del PD. Il fatto che lei si sia unita ai politic del Pdl è, se possibile, ancora più grave. Anche questo ce l'aspettavamo (avevo criticato la scelta della Finocchiaro a portavoce al senato in un precedente articolo), ma testimonia ancor di più quant'è grave la situazione, perché Berlusconi è pieno di adempti anche nel PD. 
Per fortuna qualcuno si dissocia dai suoi vergognosi colleghi, anche se a farlo sono pochi: oltre a Di Pietro, Mario Adinolfi (PD, strano...) e Beppe Giulietti (Idv e presidente di Aritcolo 21). A loro un piccolo applauso, per quel che può valere, e un invito a continuare a combattere, anche se in schiacciante minoranza.
Se ho dimenticato qualche VERGOGNA chiedo scusa, ma siete in troppi.
Estendo infine il VERGOGNA a tutti i politici, giornalisti e, in generale, a tutti quelli che lascieranno fare quando finirà di compiersi il secondo editto bulgaro. Anche se continuo a tifare per Travaglio, temo che fra poco non avrò più la possibilità di vederlo in televisione: a quel punto avrò la conferma assoluta che viviamo sotto una subdola ma vera dittatura.

mercoledì 7 maggio 2008

IO STO CON DARIO FO, E QUINDI CONTRO LA POLITICA OPPRESSIVA DI ISRAELE


Rischio antisemetismo. La solita vecchia storia. Ogni volta che qualcuno si mette contro Israele, viene classificato come antisemita. Poco importa se ad essere criticata è la politica, dell'oppressione e della ghettizzazione, di questo potente stato, e non la religione. L'antisemetismo, orribile fatto storico dello scorso secolo, non merita una tale strumentalizzazione. E Israele non può  pensare di rendersi immune da ogni critica col solo barricarsi dietro la storia. La verità è che sono gli altri paesi europei, insieme agli Stati Uniti, a permettere tutto ciò, consapevoli dell'importanza di mantenere buoni rapporti con Gerusalemme. 
Il colmo, poi, è che un ex missino come Fini condanni i fatti di Torino, definendoli antisemiti. E' vero che il neo presidente della camera da alcuni anni ha sposato la causa ebrea (da quando è andato a Gerusalemme a scusarsi con gli ebrei. Tra l'altro in quell'occasione ruppe con Storace) ma il passato non si scorda, e si capisce che Fini è andato contro i suoi valori solo per convenienza. E adesso continua ad osannare Israele. E non è il solo.
Dario Fo, premio nobel per la letteratura nel '97, doveva partecipare alla fiera del libro per presentare il suo nuovo libro. Ha rinunciato alla presentazione, ma parteciperà lo stesso ponendo, però, la questione palestinese. Per una volta un personaggio di rilievo si interessa a tale questione, senza relegarla ai centri sociali. 
E la sinistra dov'è? Nel Partito Democratico la massa di consenzienti non dirà una parola, e lo sappiamo, ma ci sarà qualche militante di un partito di sinistra, che pur non essendo rappresentato in parlamento, vuole dira la sua? Forse si, ma non ha la possibilità di farlo. 
Allora ci appigliamo tutti a Fo, sperando che riesca a smuovere qualcosa, anche se purtroppo è solo.

martedì 6 maggio 2008

QUANT'E' PERICOLOSO IL COMUNISMO!


Palazzo Grazioli, abitazione romana di Berlusconi. Tra un incontro e l'altro, per decidere la formazione del nuovo governo, Berlusconi trova il tempo per incontrare una scolaresca pugliese in gita a Roma. 

Intanto complimenti vivissimi ai professori che hanno scelto questa meta, tra le più ambite per i bambini che visitano Roma! Il problema è quello che Berlusconi ha detto loro: sembra che gli abbia fatto prima una lezione di matematica (con quale titolo? E' laureato in legge!), poi una di anticomunismo. E non è un lapsus di Bonaiuti, portavoce del Cavaliere, è successo veramente. Ha detto ai bambini di stare attenti, perché il comunismo è sempre un grande pericolo. Avrà anche ripetuto la favoletta dei comunisti che mangiano i bambini? Non ci è dato saperlo, ma avrà pur dovuto utilizzare qualche escamotage originale per attirare l'attenzione degli scolari. Non so cosa possono aver capito, altrimenti. Immaginate di stare all'elementari: difficilmente qualcuno di voi sa cos'è il comunismo; un signore basso e con la faccia di plastica che vedete spesso in televisione, ma forse non sapete neanche bene che funzione ha, vi dice di stare attenti ai comunisti, e forse aggiunge anche che questi comunisti mangiano i bambini. Se siete ancora in età da credere alle favole, penserete di aver conosciuto il nome di un altro mostro che vi terrorizzerà alla sera; altrimenti penserete: "questo è grande e... (più o meno) grosso e ancora crede a Babbo Natale?!".
Ma su quest'episodio non c'è molto da ridere. Oggi è morto il ragazzo pestato da 5 skinheads a Verona. La città è in subbuglio perché preoccupata dai tanti movimenti di estrema destra della città (e la preoccupazione non è della solo Verona) è il premier dice che il comunismo è un pericolo? Fermo restando che tali dichiarazioni non si rilasciano certo ai bambini, ma quello che in questi giorni sarebbe oppurtono dire è che IL NEOFASCISMO E IL NEONAZISMO SONO PERICOLOSI, dato che è dai tempi delle Brigate Rosse che un'organizzazione di estrema sinistra non compie efferatezze del genere. Se poi aggiungiamo che quando a Fini è stato chiesta una dichiarazione sui fatti di Verona ha risposto che erano più pericolose le manifestazioni (senza morti né feriti) di filopanestinesi che protestavano a Torino contro la politica assassina di Israele , lo scenario è davvero tragico. 
Precisando che qualsiasi estremismo violento di gruppi di giovani, sia di destra che di sinistra è da condannare, noto che l'epoca del fascismo non è poi così lontana.

lunedì 5 maggio 2008

QUANTO CI MANCA BERLINGUER: ANCHE LA SINISTRA E' ORAMI LOGORA


"Ci congratuliamo con Schifani", "auguri a Fini, ottimo discorso inaugurale". 
Non se ne può più. Questo PD è già al capolinea, neanche ha cominciato. Le critiche pre-elettorali di Pdl e Unione di Centro, dobbiamo ammetterlo, erano più che sensate. Come si poteva esaltare la novità di un mega-partito che tra le sue fila ospita i furbetti di Unipol (D'alema e Fassino, non Dini, magra consolazione!), il vecchiume dei vari Bindy, Binetti, Castagnetti, Marini, Livia Turco, qualche condannato come Enzo Carra (condannato per false dichiarazioni in Tribunale quando fu interrogato nel '93 da Antonio Di Pietro. Adesso sono nella stessa coalizione). E non è possibile che i capogruppi al Senato e alla Camera rimangano rispettivamente la Finocchiaro e Soro. I capigruppo sono determinanti per ogni coalizione perché sono quei politici che ogni giorno riportano alla stampa e ai telegiornali le opinioni della propria coalizione. Non si può riconfermare una come la Finocchiaro che in Sicilia ha riportato una pesante sconfitta (15 punti percentuali in meno dei chi l'ha preceduta, Rita Borsellino) dimostrando tutta la sua incompetenza. E Soro non ha fatto di meglio da capogruppo alla Camera, dato che è uno dei politici meno conosciuti del PD, significherà poi qualcosa.
E oltre ai due capigruppo, a parlare sono sempre gli stessi. Eleggono Schifani? plauso di D'alema. Eleggono Fini? Plauso di... D'alema! quale confutazione è capace di fare? "Se Fini avesse citato la parola antifascismo, quando si è posto contro ogni totalitarismo, sarebbe stata cosa gradita", giusto, ma nient'altro?E il massimo che si può dire quando FINI viene eletto presidente del senato? E non sia mai obiettare a Schifani che lui è l'ultimo a poter parlare di antimafia, tema affrontato durante il suo discorso inaugurale. "Combatteremo la mafia" detto da uno che ha lavorato per anni fianco a fianco con boss mafiosi come Nino Mandalà, è stato più volte in mezzo a giunte comunali sciolte per infiltrazioni mafiose e ha insultato Rita Borsellino e Maria Falcone (colpevoli secondo lui di ABUSARE della fama dei cognomi dei loro mariti: COGNOMI DI PERSONE UCCISE DALLA MAFIA) fa quasi ridere. Uno così, il giorno delle sue elezioni a Presidente del Senato, andrebbe insultato, non applaudito. Il PD invece continua col suo fair-play, evitando di votare un suo senatore, come ogni opposizione fa, anche se a fondo perduto.
Inoltre annunciano che dialogheranno col governo per tutta la durata della legislatura, soprattutto nelle riforme costituzionali. RIFORME COSTITUZIONALI? La Costituzione è l'unica cosa che va bene in Italia, non bisogna toccarla quasi per niente. Basterebbe dimezzare i parlamentari e togliere un po' di cariche inutili, ma le basi della nostra costituzione devono restare così come sono: sarebbe un peccato mortale metterci mano, per di più con l'avvallo del PD.
Temo che, come nel quinquennio 2001-2006, non ci sarà opposizione, mancando stavolta anche la sinistra estrema. Non basteranno Di Pietro e Pancho Pardi, non sarebbe bastato neanche Nando Dalla Chiesa. L'Idv è ancora troppo marginale nella coalizione che chiamano "riformista", ma che io definirei più "consenziente". Col senno di poi, forse, Di Pietro ha sbagliato ad affiancarsi al PD. Presentandosi da solo, o magari con qualche radicale vero, avrebbero guadagnato molti più consensi, avrebbero potuto schierare liberamente Nando Dalla Chiesa (il figlio di Carlo Alberto, silurato dal PD perché non ruffiano come la "banda dei consenzienti") ed altre persone serie e competenti come lui e in questo modo la loro opposizione sarebbe stata decisa. Speriamo ci riesca lo stesso. 
Come nel Pdl a comandare non sono i politici onesti (e ce ne sono), lo stesso accade da quest'altra parte. Dominano quei politici che, con il buon Ser Ceppaloni, hanno fatto l'indulto, con l'unico fine di scarcerare Cesare Previti e altri condannati illustri. Non ci sono altri motivi, perché pochi mesi dopo l'indulto le carceri erano di nuovo piene, è ciò ne dimostra il totale fallimento. E domina, nel PD, chi ha voluto le leggi sulle intercettazioni per impedire, tra le altre cose, che le scandalose intercettazioni di D'alema e Fassino nell'ambito del caso Unipol fossero rese pubbliche. Si appellano alla privacy, ma non capiamo perché non dobbiamo sapere quello che combinano i parlamentari che abbiamo votato. L'Unione (fatta eccezione per quei pochi politici onesti che ne facevano parte e non ne hanno voluto sapere di votare una legge del genere, ma in quel caso non ci furono problemi di quorum perché votò a favore la Cdl) ha iniziato l'opera è, ora, il nuovo governo la perfezionerà, prendendo la palla al balzo. E scommetto che il PD la voterà. Più o meno quello che ha fatto nell'ultimo governo Berlusconi, con i ripetuti soccorsi rossi. Adesso non li possiamo chiamare rossi, chiamiamoli ancora consenzienti.
L'impressione è che questa specie di fair-play sarà il light motive del governo-ombra, che io chiamerei governo-copia. Quando il Pdl confermerà il diessino Petruccioli (amico di Berlusconi e emblema del consenso della sinistra) come presidente RAI e si rinizierà con le epurazioni (Santoro forse, Travaglio quasi sicuramente, e non solo loro due) il PD non batterà ciglio. D'altronde pochi parlarono quando furono cacciati Biagi, lo stesso Santoro, Luttazzi, la Guzzanti e Fazio, mentre molti dell'opposizione si unirono ai compagni della Cdl.
Ancora una volta le speranze di un'opposizione seria dovranno essere lasciate ai girotondi che, pur rappresentati autorevolissimamente in parlamento da Pancho Pardi, potranno ben poco. 
Tutto questi esempi, insieme al regalo romano concesso da Ciccio Rutelli e da Veltroni a Alemanno, dimostrano come, oggi, la sinistra riformista è solo un prolungamento della destra. Che se ci fossero più posti nelle camere si sposterebbero tutti di là. Perché, a questo punto, non aggiungere una l anche al partito di Veltroni, dato che l'ottimo progetto di Prodi per il nuovo parito è morto quando hanno deciso che l'unico capace di battere Berlusconi (per ben due volte) doveva prendersi tutte le colpe del fallimento del governo precedente, proprio lui che era tra i pochi a non averne?A questo punto dobbiamo ammettere che nel Pdl sono addirittura più onesti, figuriamoci...

domenica 4 maggio 2008

LA STAMPA ESTERA PARLA DI NOI: THE GUARDIAN A PROPOSITO DI BERLUSCONI

Traduco dall'articolo di Bill Emmott, editore del The Guardian ed ex editore de l'Economist, pubblicato il 16 Aprile 2008, quindi all'indomani delle ultime elezioni.

A VICTORY FOR THREATS, MEDIA MUSCLE AND PATRONAGE (Una vittoria per le minacce, la potenza mediatica e il potere)

Dobbiamo ammettere che quest'uomo ha talento. Il trionfo di Silvio Berlusconi nelle elezioni politiche italiane, con cui è diventato per la terza volta a primo ministro - a 71 anni e meno di due anni dopo che il suo fallimentare quinquennio al governo aveva lasciato l'Italia come il paese con la crescita minore d'Europa - è abbastanza rimarchevole. La vittoria testimonia la sua resistenza ma anche una campagna piena di battute e provocazioni. La sua vittoria dovrebbe, comunque, essere profondamente problematica per chiunque si preoccupi per la democrazia.
Oltre al suo indubbio appeal, Berlusconi ha dei potenti vantaggi. E' di gran lunga l'uomo più ricco d'Italia, dispone del monopolio pressoché assoluto della televisione commerciale, di un grande impero dell'editoria, e di molti altri interessi. Una tale dominazione dei mezzi di comunicazione da parte di un leader politico sarebbe considerata un'inaccettabile violazione della democrazia in ogni altro paese occidentale. Infatti, se l'Italia fosse adesso candidata a diventare membro dell'Unione Europea, questa concentrazione di potere sarebbe un ostacolo. Ma poiché è un paese fondatore nel 1957, nessun governo né la commissione europea osa sollevare questo problema.
Già da leader dell'opposizione, il controllo tutti i canali televisivi eccetto La7 e la cooperazione dell'emittente Sky Italia (politicamente di destra) ha aiutato enormemente Berlusconi. Da capo del governo questo vantaggio è addirittura superiore, dato che potrà continuare la tradizione tutta italiana delle interferenze politiche verso la RAI. Un'importante ragione per cui perse così di misura alle elezioni 2006, nonostante il suo governo fosse abbondantemente considerato un fallimento, è che lui controlla essenzialmente l'intero pacchetto di emissione televisiva delle notizie. Durante la campagna elettorale questi timori non potevano essere assenti dalla mente di ogni reporter e commentatore politico della RAI che vuole mantenere il suo lavoro.
Devo rivelare, a questo punto, che c'è stata una diatriba fra me e Berlusconi. Nel 2001, quando ero l'editore de l'Economist e un'altra tornata di elezioni politiche in Italia era imminente, conducemmo una lunga inchiesta sulle sue finanze e sulle sue molte pendenze con la giustizia. Come risultato di quest'inchiesta, e consapevoli del suo conflitto di interessi da proprietario di mezzi di comunicazione, sulla nostra copertina lo dichiarammo "non idoneo a governare l'Italia". Mezza Italia ci diffamò per questa copertina e l'altra metà ci beatificò. Berlusconi, comunque vittorioso, ci catalogò come "comunisti", facendo correttamente notare la mia somiglianza con Lenin, e ci presentò la prima di due querele, che ancora sono al vaglio dei tribunali italiani.
La notorietà che ne derivò fu quasi divertente. Ma dietro di questa ci sono dei seri problemi. I sostenitori di Berlusconi dicono che c'è grande competizione tra i media italiani, quindi il fatto che lui si proprietario di televisioni non è un problema. Certo che lo è, poiché la televisione è molto più potente della stampa, ma Berlusconi usa anche un misto di azioni legali, protezioni politiche e minacce volte ad intimidire i giornalisti italiani.
I suoi sostenitori sostengono, inoltre, che non sono mai state trovate prove di azioni illegali. 
Questo è vistosamente falso, essendo lui stato salvato dalle prescrizioni e dal modo in cui il suo governo, tra il 2001 e il 2006, accorciò proprio le prescrizioni e depenalizzò il falso in bilancio per cui era imputato. Dovremmo considerare Berlusconi solo uno che racconta frottole per quello che succede quando permetti a una persona di dominare i media e quando gli interessi personali e gli interessi di governo si intrecciano.
Ma cosa succederà adesso? Berlusconi ha riportato una vittoria più decisiva di quanto pensavano gli esperti, e governerà coalizzato con la Lega Nord, un partito contro l'immigrazione e che vuole maggiori diritti per le regioni, che è stato l'altro grande vincitore delle elezioni. E' previsto che il suo governo duri più del suo predecessore di centro-sinistra. 
La rappresentanza dei partiti è stata semplificata drasticamente grazie a queste elezioni, il ché è sicuramente una cosa positiva. Ma senza rappresentanza comunista o socialista
- per la prima volta dal 1946 - c'è il rischio che scoppi qualche attivismo fuori dal Parlamento in risposta al programma del governo .
L'Italia ha delle corti e un presidente che controlla che le leggi del governo siano costituzionali (la Corte Costituzionale, ndr) - anche se durante la campagna elettorale Berlusconi ha proposto minacciosamente che tutti i giudici e i magistrati conseguano dei test di sanità mentale. E' probabile che il suo governo sia corporatista piuttosto che liberalista, almeno da quello che si è visto durante la campagna elettorale in cui ha promesso di bloccare la vendita di Alitalia, vicina alla banca rotta, ad AIR France-KLM. Questo suo intervento e nuovi interessamenti dello stato lo porteranno in conflitto con la commissione europea; e un probabile aumento del deficit italiano - a causa del promesso taglio delle tasse e all'aumento delle spese - lo porterà in conflitto con gli altri stati membri.
In questo caso, la cosa importante e che si oppongano a lui. Né Gordon Brown né gli altri leader europei devono ripetere il disgraziato assenso a Berlusconi che fu esibito da Tony Blair, che fece come se queste linee di pensiero non avessero alcun riscontro. Dovranno minacciare il primo ministro italiano, con la diplomazia che si deve utilizzare per ogni capo di governo europeo, ma non devono passarci sopra. Sarebbe meglio che Brown passasse le sue vacanze in Dorset piuttosto che in Sardegna.


Stiamo inesorabilmente tornando lo zimbello dell'Europa. Per colpa di Berlusconi? Non solo, anche per colpa di chi l'ha votato...